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al testo proposto da Maurizio Soldini
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CANTO DELLA SERA di Georg Trakl
Di sera, quando vaghiamo per sentieri oscuri, di fronte a noi ecco le nostre pallide figure.
Se improvvisa la sete ci coglie, beviamo l'acqua bianca dello stagno, la dolcezza della nostra triste infanzia.
Sfiniti ci riposiamo sotto cespugli di sambuco, e ci basta guardare su di noi i grigi gabbiani.
Nubi di primavera si levano in alto e la città rabbuia, e i più nobili tempi dei monaci si mutano in silenzio.
Come quando strinsi le tue piccole mani e tu tirasti piano piano in su gli occhi rotondi, ma questo ormai appartiene al lontano passato.
Ma se la melodia più oscura mi tormenta l'anima, nello scenario d’autunno appari tu bianca mia amica.
(traduzione di Maurizio Soldini) © Maurizio Soldini - tutti i diritti riservati - vietata la copia e la riproduzione a meno che non si citi la fonte)
ABENDLIED Georg Trakl
Am Abend, wenn wir auf dunklen Pfaden gehn, Erscheinen unsere bleichen Gestalten vor uns.
Wenn uns dürstet, Trinken wir die weißen Wasser1 des Teichs, Die Süße unserer traurigen Kindheit.
Erstorbene ruhen wir unterm Hollundergebüsch, Schaun den grauen Möven zu.
Frühlingsgewölke steigen über die finstere Stadt, Die der Mönche edlere Zeiten schweigt.
Da ich deine schmalen Hände nahm Schlugst du leise die runden Augen auf, Dieses ist lange her.
Doch wenn dunkler Wohllaut die Seele heimsucht, Erscheinst du Weiße in des Freundes herbstlicher Landschaft.
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